image

Panopticon


the architecture of pain

progetto
KANT MACHINE

LEO KOPACIN
ALESSANDRO RINALDI

performer
MARZIA NOBILE

sound design
LEO KOPACIN GEMENTI
at EZZTHETIC STUDIO

elaborazione testi
ALESSANDRO RINALDI

voci recitanti
PAOLO ANTONIO SIMIONI
WERNER DI DONATO

interventi artistici
DAVIDE SKERLIJ

collaborazioni
FRANCESCA D'ANNA
DEBORA VOGRIG
IGOR VOGRIG
NICOLA GAIARIN
GIONVANNI TAVAGLIONE
GIOVANNA TINUNIN
MARTINA MARAFATTO
GIORDANO BIANCHI

Panopticon [Panottico]: ciò che è visibile in ogni sua parte attraverso un unico sguardo. Il Panopticon è l´edificio progettato nel 1791 dal filosofo e giurista Jeremy Bentham, una visione al contempo di assoluta bellezza e di estrema dominanza. Questo edificio a forma radiocentrica doveva realizzare la visione onnisciente del potere: controllare contemporaneamente i prigionieri di un istituto di detenzione attraverso lo sguardo di un solo guardiano. Alla visione del Panopticon si ispira la performance ideata da Kant machine. La costruzione di uno spazio panottico diventa il punto di partenza per evocare la testimonianza immaginaria di due figure capaci di proporre una riflessione radicale e seminale sul tema della libertà e del rapporto tra individuo e istituzione: lo psichiatra Franco Basaglia ed il pensatore Ivan Illich.

Il riconoscimento del valore terapeutico della libertà e la possibilità di costruire e curare attraverso la relazione e non attraverso la detenzione, l'idea di trasmissione del sapere in un contesto conviviale piuttosto che nell' angusto ambito istituzionale, rendono il pensiero di Basaglia ed Illich di assoluta attualità. Le diverse prospettive si affiancano in ogni angolo dell'installazione. Noi siamo posti esattamente in mezzo, all´interno di un ambiente che ci porta a riflettere sulla nostra percezione immergendoci in un gioco di specchi. Mentre le parole di Basaglia ed Illich e lo sguardo di Bentham si inseguono in un vertiginoso parallelismo, la responsabilità dell´esperienza è tutta nostra, immersi contemporaneamente nella posizione dello spettatore, del guardiano, del convitato, del detenuto, del malato, dell´uomo liberato.

Panopticon è una performance che fa utilizzo di immagini, suoni, voce e spazio in una relazione condizionante in cui ogni elemento interagisce ed influisce sull´ altro. Cosìimmagini in movimento ed immagini statiche sono sottoposte ad una metamorfosi continua legata all´evolversi delle frequenze e dell´ampiezza della musica o della voce... lo spazio che ogni volta varia, condiziona ed impone regole e risultati sempre diversi alla ripresa ed alla riproduzione audio e quindi a tutta la performance. Panopticon è costruito con una struttura modulare che si adatta di volta in volta allo spazio e alle occasioni che trova. Può essere indifferentemente realizzato come installazione audiovisiva, come semplice video, come performance e finanche come radiodramma, lasciando in questo ultimo caso ai testi ed alla voce l´evocazione delle immagini.

original soundtrack