
Tristano
Fondazione Teatro la Fenice Venezia Anno Culturale Ungheria-Italia 2013
con il sostegno di: Ministero degli Affari esteri d’Ungheria Ambasciata di Ungheria-Roma Consolato Generale di Ungheria-Venezia Associazione Culturale italo-ungherese del Triveneto Bakelit Multi Art Center-Budapest
ideazione e drammaturgia: PAOLO ANTONIO SIMIONI
regia e voce recitante PAOLO ANTONIO SIMIONI
co-regia, immaginie campionamenti audio-visivi LEO KOPACIN GEMENTI
pianoforte BÁLINT ZSOLDOS
attori in video DORKA GRYLLUS ÉVA BÁTYAI SZOFI BERKI MIKLÓS SZÉKELY B.
collaborazione alle immagini FERRUCCIO GOIA
postproduzione EZZTHETIC
VeneziaTeatro La Fenice - Sale Apollinee 5 giugno 2013 ore 19.00
L’EVENTO Un nuovo progetto del gruppo internazionale e multilingue EuAct; il nuovo spettacolo del duo Gementi-Simioni, dopo il succeso di “Eddy Rosner – Musica delle costole”; una nuova prova a cavallo tra teatro e arte contemporanea, classicità e sperimentazione. Un omaggio a Richard Wagner, che ha debuttato proprio a Venezia, la città eletta a rifugio dal Maestro negli anni dell’esilio coatto, nei momenti della massima lacerazione per l’abbandono della moglie, l’amore per Mathilde e per il defintivo consolidamento del rapporto con Cosima, la donna che lo accompagnerà alla morte. Proprio a Venezia, nel 1858 Wagner compone gran parte del secondo atto del “Tristan und Isolde”, l’opera che a suo dire avrebbe messo in ombra tutta la sua opera precedente e successiva e che, infatti, ha aperto uno squarcio definitivo, dal quale fu possibile vedere il destino dell’arte del XX secolo.
IL TESTO La storia di Wagner e la leggenda celtica, nella creatività e nell’animo del Maestro tedesco, si sovrappongono e si alimentano reciprocamente. Da questo punto di partenza nasce il poema audio-visivo “Tristano”, nel quale convivono, in un’unica struttura drammatica, le antiche fonti del mito e le suggestioni dei diari veneziani di Richard e Cosima. E’ un Tristano contemporaneo che ha vissuto il ‘900 e il cui obiettivo non è più la dissoluzione in una sapienza metafisica, la morte gnostica, nella fusione della sizigia, con il proprio doppio femminile, bensì il superamento, l’abbandono, l’oltrepassare. Non più la rinuncia alle cose, ma l’attesa della “contrada, in cui tutto ritorna a se stesso”. Il femminile di Isotta non è più un complementare, alla ricerca dell’androgino, ma un doppio emotivo e ideale della semplice realtà, destinato ad essere abbandonato e dissolto, perché si compia, nella coscienza del protagonista, il ritorno definitivo al presente. Quello di Tristano è un viaggio a ritroso alla ricerca della propria vita, fino al nodo di una nascita colpevole e, nel suo viaggio, ogni evento è una perdita e un superamento, fino all’approdo finale in cui tutto può riapparire protetto e salvo.
LO SPETTACOLO “Tristano” è un monologo, ma vi appaiono tutti i personaggi cruciali dell’opera, in una vera interazione drammatica, grazie all’azione multimediale di Leo Kopacin Gementi, capace, attraverso un sistema audio-visivo, di realizzare veri e propri dialoghi, di “recitare” dunque con l’attore Paolo Antonio Simioni, facendo apparire i corpi e le voci degli altri interpreti. A questa rodata performance multimediale si aggiungerà l’intervento del pianista Bálint Zsoldos, che, oltre ad eseguire integralmente le trascrizioni di Liszt, s’inserirà in questa struttura prettamente contemporanea, a sua volta in un dialogo continuo con le immagini e i suoni, facendovi fiorire frammenti e temi dell’opera wagneriana, sospendendoli, ripetendoli e lasciandoli nascere, così come sono stati composti, così come sono nati nella mente e nelle mani di Wagner in quei giorni veneziani. Le immagini sono fluttuanti ritratti ologrammatici.
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